Più di 800 ettari di macchia mediterranea al rogo sulla costa ogliastrina da sabato 13 luglio.
Evacuati campeggi, case, spiagge, aziende distrutte.
E’ solo il più esteso incendio di questo inizio estate 2019 in Sardegna e, forse, è partito dall’abbruciamento di residui di potature effettuato da un geniale agricoltore, nonostante anni e anni di sensibilizzazione e divieti.
Fuoco da nord a sud dell’Isola, compresi i parchi naturali, come Molentargius – Saline, basta il Maestrale per aiutare delinquenti e cretini.
Cambiano i tempi, ma non cambiano le pessime abitudini.
Ma quali rimedi nei secoli passati?
“Poiché l’elevamento dei popoli e degli stati dipende dall’osservanza di quel diritto universale che è dettato dalla ragione, noi Eleonora, per grazia di Dio giudicessa d’Arborea, affinché la giustizia sia salva, i malvagi siano frenati dalla paura delle pene e i buoni possano vivere in pace, obbedendo alle leggi, facciamo questi ordinamenti.” Questa l’introduzione della Carta de Logu, codice delle leggi del Giudicato d’Arborea (che in quel momento storico s’estendeva a quasi tutta la Sardegna), emanata nel 1300 e rimasta in vigore – con integrazioni – fino all’introduzione del Codice Feliciano dell’aprile 1827.
Molto interessanti le disposizioni su incendi e incendiari, dalla prevenzione degli incendi stessi (artt. 45-49), con precetti ancora attuali (divieto di abbruciamento delle le stoppie prima del giorno di S. Maria chi est a die octo de capudanni, cioe’ l’8 di settembre, art 45 ), e sulle pene da infliggere agli incendiari, ai singoli malfattori o ai villaggi interi (qualora non avessero acciuffato l’incendiario). Tra i vari articoli, particolare quello dedicato a chi metteva fuoco “a bingia” (alle vigne) o “at ortu“ (termini ancora molto diffusi nel Campidano): l’incendiario veniva infatti chiamato al risarcimento del danno, se non fosse stato in grado di farlo, pagava con il taglio della mano destra.
Con il rogo chi metteva fuoco alle case.
Senza giungere a questi eccessi, quali pene dovrebbero essere irrogate a chi volontariamente o con grave colpa provoca incendi, distruggendo il nostro patrimonio ambientale e mettendo in pericolo le nostre vite?
Domanda attualissima per ogni delinquenziale estate di fuoco.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
(foto J.I., S.D., archivio GrIG)